la notizia: a un anno dalla introduzione della legge Gadda contro lo spreco alimentare in Italia,si può dire che il bilancio è positivo e fa ben sperare per il futuro
dove: Italia
segnalata da: Riccardo
notizia del : settembre 2017
fonte: il quotidiano “la repubblica “ e l’Osservatorio Waste Watcher
commento: lo sperpero del cibo vale in Italia circa l’1 % del PIL. Il 14 settembre 2016 è entrata in vigore la legge Gadda sullo spreco alimentare, la seconda norma di questo tipo in Europa dopo quella votata in Francia. A un anno di distanza arrivano, dalla grande distribuzione e dall’Osservatorio Waste Watcher, i primi dati. Le Coop, che avevano fatto partire in anticipo le linee contenute nella legge Gadda, nell’arco di 12 mesi hanno registrato un aumento del recupero di alimenti che sfiora il 20%. Nell’arco del 2016 le tonnellate di merci che invece di finire in discarica sono state donate è passata da 5.140 a 6.000, il valore dei beni recuperati da 24 a 28 milioni, il numero di associazioni di volontariato coinvolte da 800 a 943, i pasti gratuiti garantiti da 6 a 7 milioni. Il trend positivo ci sta facendo guadagnare posizioni in Europa: gli italiani quanto a chili di rifiuti pro capite l’anno sono a quota 164: meglio dei Paesi del Nord (187 chili la Svezia, 184 la Norvegia, 180 la Finlandia), della Spagna (179), della Germania (171). E soprattutto mostrano una maggiore propensione a leggere le etichette e dunque a controllare le date di scadenza: lo fa sempre il 67% degli italiani rispetto al 58 degli europei. Una piena applicazione della legge Gadda, cioè l’azzeramento dello spreco alimentare, darebbe un contributo importante anche in termini economici. Stiamo parlando di circa 15,5 miliardi di euro gettati all’anno. E l’80 % è legato ai rifiuti domestici.